TERAPIA DELL’IPOTIROIDISMO: COSA DEVE SAPERE IL PAZIENTE
Il trattamento dell’ipotiroidismo si basa sulla somministrazione della levotiroxina (L-T4), prodotto sostanzialmente identico all’ormone naturale, che viene trasformato in ormone attivo triiodotironina(T3) nel circolo sanguigno per mezzo dell’enzima desiodasi, che toglie un atomo di iodio a L-T4.
Si trova in commercio sotto forma di compresse (Eutirox, Tirosint e Levotiroxina), ma anche in formulazione liquida (Tirosint gocce e Tirosint fl monodose), tutte a carico del SSN in fascia A, mentre le capsule molli (Tiche e Syntroxine) sono in fascia C, anche se a costi contenuti. Si suggerisce di assumere il farmaco una volta al giorno al mattino a digiuno e di attendere almeno trenta minuti prima di fare colazione, ma in realtà può essere assunto con le stesse modalità in altri momenti della giornata.
La lunga emivita del farmaco di circa sette giorni rende la terapia molto stabile e fa sì che, una volta stabilizzato il dosaggio adeguato, una eventuale dimenticanza di assunzione non determina problemi per il paziente.
L’assorbimento della compressa richiede una fase di dissoluzione (solubilizzazione degli eccipienti solidi) in ambiente gastrico acido, che prepara la L-T4 al passaggio attraverso la parete intestinale nel sangue, richiedendo circa tre ore, con un picco iniziale alla prima ora.
FATTORI CHE INTERFERISCONO CON I LIVELLI EMATICI DELLA L-T4
Il cibo rappresenta la prima interferenza negativa sull’assorbimento della L-T4. Ciò Vale per tutti gli alimenti ed in particolare per il caffè, le fibre e la soia. Ciò avviene sia perché il cibo modifica il pH gastrico, sia per una interferenza diretta sull’assorbimento a livello intestinale, mescolandosi al farmaco.
Anche i farmaci possono interferire.
Tra i più comuni sono:
- gli antiacidi, inibitori di pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo, ecc.) preparati a base di ferro, nonché quelli contenenti calcio ed alluminio: essi interferiscono a livello gastrico (fase di dissoluzione), quindi si consiglia di assumerli almeno dopo tre ore l’assunzione della L-T4;
- resine a scambio ionico, utilizzate come ipolipemizzanti (colestiramina), che riducono l’assorbimento dall’intestino al sangue e che vanno dunque assunte almeno cinque ore dopo;
- contraccettivi orali o terapie con estrogeni, che riducono la biodisponibilità degli ormoni tiroidei per aumento di una proteina legante TBG: sono opportuni aggiustamenti della posologia durante e dopo tale trattamento;
- antiepilettici, amiodarone e propanololo, che interferiscono in vario modo con il catabolismo epatico della Tiroxina: in particolare l’antiaritmico amiodarone (Cordarone e Amiodar) e mezzi di contrasto iodati, usati per indagini diagnostiche( TAC e RMN), possono determinare sia ipertiroidismo che ipotiroidismo a causa dell’elevato contenuto di iodio: in tali situazioni il dosaggio della L-T4 va attentamente monitorato.
Anche malattie che determinano malassorbimento, quali celiachia, intolleranze alimentari(es. al lattosio, ecc.) e malattie infiammatorie intestinali necessitano di un incremento della posologia.
Ci sono poi due fasi della vita che nelle donne richiedono una rivalutazione dell’adeguatezza della terapia L-T4 seppure stabilizzata. In gravidanza è necessario valutare i livelli di TSH a cadenza mensile, per adeguare la dose della L-T4, che richiede generalmente un incremento a volte anche significativo. Una inadeguata terapia può determinare infatti determinare ipotiroidismo in gravidanza con rischio di abortività e/o un ritardo nello sviluppo fetale.
Anche in fase menopausale la posologia va riconsiderata: la riduzione degli estrogeni renderà più disponibile l’ormone tiroideo, che potrà risultare eccessivo, rendo necessaria una riduzione della posologia stessa.
INTERFERENZA DELLA L-TIROXINA CON ALTRE TERAPIE
La L-Tiroxina può ridurre l’efficacia degli antidiabetici. Pertanto in particolare all’inizio della terapia è necessario monitorare nel diabetico la glicemia più spesso, incrementando eventualmente la dose dell’antidiabetico orale.
Inoltre la L-Tiroxina può potenziare l’effetto degli anticoagulanti cumarinici (Cumadin, ecc.), pertanto potrebbe essere necessaria una loro riduzione.
I VARI PRODOTTI DISPONIBILI CONTENENTI L-TIROXINA SONO EQUIVALENTI?
La cosiddetta bioequivalenza delle varie formulazioni, a parità di principio attivo, può essere differente e ciò a causa della diversità negli eccipienti e nei processi di produzione in grado di condizionare la farmacocinetica.
Nel Tirosint cp, a differenza dell’Eutirox cp, non compare tra gli eccipienti il lattosio, che in alcuni pazienti intolleranti può comprometterne l’assorbimento.
Una sostanziale differenza si ritrova nella più innovativa formulazione orale liquida di L-Tiroxina, che trovandosi già in soluzione non ha bisogno della fase di dissoluzione gastrica e ciò permette un più rapido assorbimento e di conseguenza un più breve intervallo di tempo fra l’assunzione del farmaco e la colazione. Uno studio recente ha dimostrato che l’assorbimento della L-Tiroxina liquida non risente della concomitante assunzione del caffè.
Un altro vantaggio della formulazione orale liquida è determinato dalla indipendenza dall’acidità gastrica e dalla ridotta interferenza con altri farmaci o condizioni di malassorbimento. Queste caratteristiche rendono la formulazione orale liquida particolarmente adatta alle persone in politerapia farmacologica.
Inoltre le capsule molli disponibili in numerosi dosaggi, non presenti nelle formulazioni in compresse, rendono la terapia più facile in particolare nelle persone anziane, favorendo una maggiore aderenza a schemi terapeutici a volte complessi.
Le capsule molli consistono in un involucro di gelatina (soft-gel senza lattosio o glutine) contenente L-T4 in liquido idrofilico.
Unica accortezza che vale in generale per tutti i farmaci in formulazione liquida è la conservazione a temperatura inferiore ai 25 gradi :ciò è da tenere presente in particolare in estate ed in viaggio (evitare ad esempio di lasciare in auto la borsa contenente i farmaci).
EFFETTI INDESIDERATI
Gli effetti indesiderati non esistono se la terapia viene condotta a dosi adeguate, che andranno periodicamente verificate con dosaggi ematici e valutazione endocrinologica.